martedì 31 gennaio 2012

ALL'ALBA

Oggi é la festa del Patrono, ma la cosa mi lascia abbastanza indifferente.
Non ce l'ho con il Patrono, anzi sono andato in Duomo a salutarlo giacché in questi giorni scoprono il sarcofago e lui é lì, bello tranquillo, sempre quello.
Anzi, dopo il dimagrimento iniziale non é cambiato per nulla, é sempre ben vestito, con la sua veste, il bastone pontificale, il suo bravo teschietto al suo posto con il cappello da Vescovo, tutto a posto.
Ho salutato il mio amico Vescovo,non quello del sarcofago.
A dire il vero sono andato per salutare lui, non l'attuale Vescovo di Modena, un altro Vescovo, che é di Modena.
Siamo amici da anni, lui é figlio di contadini, parliamo sempre in dialetto, con franchezza e ironia, é persona molto umana, intelligente e persino poco dogmatico, anzi a volte mi ha stupito piacevolmente.
Dal momento che non gira vestito da Vescovo, la più parte della gente non lo riconosce perché non vede la divisa, così abbiamo parlato un pochino in mezzo al popolo.
Piccole cose, ma danno sapore alla vita e speranza che forse Dio c'é.
Oggi lavoro quasi normalmente, é l'alba, ho dormito non più di 5 ore causa riunioni fiume, ma ormai mi piace svegliarmi presto, é un'ora di vita guadagnata.
Poi la mattina presto mi godo il silenzio, quel freddino fermo della notte.
Posso guardare fuori dalla finestra e immaginare che succede nella casa di fronte con una luce accesa, o seguire le poche auto che passano in lontananza attribuendo un mestiere quelli che girano a quest'ora.
Sono ormai le sei e mezza, a quest'ora apre il bar Giulia, potrei andare...no meglio aspettare una mezz'oretta così l'ingresso é più modesto e meno ansiogeno e poi i giornali saranno comunque disponibili.
Al bar Giulia una addetta è sempre sorridente, mi chiama per nome, sa cosa prendo e io mi diverto ogni tanto a cambiare, é veramente simpatica.
Bene...é l'ora, dovrei procedere con sacre abluzioni, vestizioni ecc e trasformarmi in un dottore.....tra un pò lo faccio.
Oggi poi avrò anche il tempo di leggere il giornale...giornata di lusso!!!

Post del piffero, di una ordinarietà terribile, ma ormai, cari ragazzi e ragazze, mantenere le posizioni é già un successo.
Scrivere a voi é un piacere, ci si sente meno soli in questa alba freddina.

E se al bar Giulia prendessi qualcosa di salato con un bianchetto???
NO, e poi NO il bianchetto no!! suvvia dottore, freni inibitori !!
Magari basta un mezzo toscano.

sabato 28 gennaio 2012

LA SHOAH E' PASSATA ACCANTO

Questi sono i giorni della memoria.
Mia nonna Rita era ebrea, figlia di Sabato Coen e Arianna Fuà, veniva da Ancona ove ancora si conservano i documenti presso la comunità ebraica.
Sposò mio nonno, Francesco Crimi e, ad oggi, non so come con che rito si siano sposati.
Nel 1940 quando aveva ormai tre figli ben adulti, fu indotta al battesimo, segretamente, a Bologna, perché a Modena, ove abitava, sarebbe stato sospetto.
Una sua figlia, sorella di mio padre, sposò l'ing. Levi, di origine modenese trapiantatosi a Bologna.
Antica famiglia ebraica, ebbe 6 figli, tutti avuti prima delle leggi razziali, tutti piccoli in quegli anni.
Alla proclamazione delle leggi razziali mio zio non poté più lavorare, e solo grazie all'amicizia di colleghi che firmavano per lui, poté continuare a procurare il necessario per la famiglia.
Poi furono costretti a nascondersi, e furono protetti dalla solidarietà dei vicini di casa che li avvertirono all'arrivo dei fascisti.
Mio zio si rifugiò in montagna, sapeva perfettamente l'inglese e il francese, nonché un pò di arabo perchè era cresciuto in Egitto ove suo padre lavorava e là aveva frequentato le scuole.
Divenne capo partigiano, medaglia d'argento al valore, e nel frattempo i sie figli erano sparsi tra la pianura e la montagna.
Di recente vicino a Pavullo, nella montagna modenese, é stato eretto un cippo a ricordo delle famiglie che ospitarono ebrei, e le mie cugine, tutt'ora viventi raccontano di quegli anni.
Avevano cambiato nome e dovevano dire che la mamma era la zia, e sorridono ancora quando parlano della piccolina che andava in giro dicendo "la mamma adesso é la zia ma dopo la guerra torna la mamma".

Mio padre era ufficiale dell'esercito, ed era in guerra.
Ho visto un documento di allora nel quale era stato proposto per una onorificenza al valore che gli é stata negata con la dicitura "non di pura razza ariana", egli é anche andata bene.

L'altra zia, mai sposata, era rimasta con la madre, la nonna Rita Coen, ed ebbe la fortuna di lavorare per S.E. Corni, industriale modenese, già governatore onorario della Somalia, già segretario del fascio, ma persona onesta.
Al momento della recrudescenza delle leggi razziali disse a mia zia "lei con sua madre Coen non può più abitare dove sta ora, venga nella mia villa, là non la cercheranno"
Così fece mia zia ma dopo qualche tempo la Wehrmacht stabilì il quartier generale proprio in quella villa e mia nonna rimase chiusa in soffitta per quasi due anni.

Nel 1945, in dicembre morì mio nonno, e sotto falsa identità sua moglie poté partecipare al funerale, ma mio padre no.
Mio padre era riuscito a sfuggire da un campo tedesco dopo l'armistizio del settembre 1943.
I tedeschi non erano ancora ben organizzati, e riuscì a rientrare a Modena dalla Jugoslavia, ma al funerale di suo padre dovette rimanere nascosto perché gli ufficiali avevano l'obbligo di presentarsi alla Repubblica Sociale e lui non lo fece, anzi inizio a collaborare con suo cognato Levi nella resistenza.

Mio padre mi disse un giorno che voleva che io fossi presente alla sua morte perché lui non aveva potuto seguire suo padre.
io c'ero.

Alla fine della guerra si ritrovarono tutti, la Shoah era passata accanto senza vederli.

venerdì 27 gennaio 2012

Ancora sulla Volpe e (il deludente) Piccolo Principe

Visti i vostri commenti ho deciso di riportare un tratto del libro della Von Franz, che commenta il Piccolo Principe.
Il libro del Piccolo Principe é piccolissimo, e, con poco più di 300 pagine di commento ve la cavate!!

Tratto da "L'ETERNO FANCIULLO - L'ARCHETIPO DEL PUER AETERNUS" di Marie Louise Von Franz


La volpe insegna al Piccolo Principe l'importante valore dell' Hic et Nunc, e con esso il sentimento.
E' il sentimento che dà valore al presente, perchè senza di esso non è possibile stabilire alcuna relazione con il "qui e ora" della situazione; il sentimento porta il senso della responsabilità attraverso la qual acquisiamo il senso della nostra individualità.
La figura della volpe rappresenta il motivo dell'animale servizievole che insegna all'uomo come diventare umano o, in altre parole, gli insegna il processo di individuazione........... la volpe rappresenta una forza istintiva propria dell'uomo.... nella mitologia ha un ruolo paradossale, rappresenta la crudeltà,la lussuria, è una cattiva consigliera, è estremamente cauta ma è anche simbolo della fede, della preveggenza perchè indaga le cose con l'udito.

"l'essenziale è invisibile agli occhi" la volpe crede in ciò che non è ovvio ma che è noto al sentimento, ma il Piccolo Principe non si rende conto che i suoi amici ora sono due: la rosa, lassù sul pianeta, e la volpe, qui sulla terra. Se avesse realmente capito non solo avrebbe deciso di tornare dalla sua rosa, ma sarebbe anche caduto in un conflitto relativo al comportamento da adottare..........
Ma il pensiero che la presenza della volpe possa provocare in lui un conflitto non lo sfiora neppure.
La sua unica conclusione è che deve tornare alla rosa, così gli insegnamenti della volpe, che avrebbero potuto legarlo alla terra, hanno su di lui l'effetto esattamente opposto: lo liberano dalla terra e risvegliano in lui la nostalgia per il suo asteroide.
Accettare il conflitto, rendersi conto di dover dire, si alla volpe qui e si alla rosa lassù, avrebbe significato entrare in uno stadio psicologico adulto, dove il conflitto tra gli impegni verso le figure dell'inconscio e quelli verso la realtà umana è costante.

lunedì 23 gennaio 2012

DEDICATO A.....

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."

Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

"<< Ecco il mio segreto. E' molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi >>."

sabato 21 gennaio 2012

INGRAVESCENTEM AETATE

Non so quali reazioni susciterà questo post,ma è un pò che ci penso, o meglio, ogni tanto penso al dopo, al dopo di me s'intende.
Dopo.....dopo la società andrà avanti ugualmente senza accorgersi più di tanto della mia assenza.
Dopo, gli amici rimasti mi ricorderanno alle cene, sino a quando non saprei.
Dopo, i parenti stretti sopravvissuti, ricorderanno certe date, del tipo...oggi sarebbero cent'anni dalla nascita, ed é quello che tra un anno dirò di mio padre.
Dopo, se lo sapranno, le centinaia di persone che ho fatto assumere in varie aziende, si diranno al caffé.....lo sai che....
Dopo resteranno delle foto,chi le sfoglierà?
Poi io non vorrò foto.
Avete notato certo che molte lapidee foto utilizzate sono state scattate in momenti sereni se non felici, e quindi vorrei continuare a lasciare che mi facciano foto senza chiedermi se é quella che verrà utilizzata alla bisogna.
Dopo, mia figlia diventerà vecchia, molto vecchia spero, ed anche il mio piccolo nipotino diventerà molto vecchio spero, ed allora saranno passati tanti tanti anni.
A volte cerco di immaginarmi mia figlia o il mio nipotino a 70..80 anni ??
Mi é capitato in questi mesi di andare due volte a visitare persone ormai chiamate nel regno dei cieli o chissà dove.
Ancora una volta mi sono detto della irriconoscibilità dei volti e mi sono chiesto come sarò, e allora immagino di poter alzarmi in piedi e dire "bene, questa é andata, abbiamo commesso degli errori, vissuto delle incomprensioni, ora abbiamo imparato, si ricomincia, si continua alla luce dell'esperienza"

Non so cosa ne pensate sino a quì, non sono soddisfatto ma lo pubblicherò ugualmente.
Però ci penso, e non ho bisogno di evitare il discorso, né fare scongiuri o corna varie, é per ora un pensiero quieto, veritiero, che spero possa aiutarmi ad affrontare, dal momento che come dice la Bibbia "voi non sapete nè il giorno né l'ora"
Certo é più il tempo passato rispetto a quello che resta da passare e non serve far vista di nulla.
Lei é ancora giovane....mi dicono i più.
Non é affatto vero penso io, mi fanno lo sconto al cinema.

mercoledì 18 gennaio 2012

UN VERO TESORO DENTRO QUELLA NAVE

Bloccata in casa - mio malgrado - dal virus influenzale - nel pomeriggio di ieri "civettando" fra un canale e l'altro per vedere se trovavo un film degno di essere visto - sono incappata nella trasmissione condotta da Mara Venier (non chiedetemi che titolo ha però) nel momento in cui fra una lacrima di lei e un viso mesto di Irene Pivetti (la ricordate vero la nostra exPresidente della Camera?)quest'ultima affermava
che "essendo questi viaggi a basso costo destinati a chi non può permettersi di viaggiare in alta stagione tutto quello che hanno perduto in soldi, gioielli e abiti per le serate di gala a bordo vale ancora di più perchè non potranno ricomprarseli"
Dire che sono rimasta allibita è dire poco, poi la mia reazione è stata di scrivere quello che ho sentito per paura di dimenticarlo,vedere la finta solidarietà nei confronti di questa gente che è ben contenta di aver riportato a casa la vita, forse rammaricati di averla affidata - anche solo per una settimana di meritata vacanza - nelle mani di un Condottiero "un pò superficiale".
Ma che si voglia portare il grande pubblico del pomeriggio televisivo a pensare solo alle frivolezze e alla tragedia di perderle queste frivolezze?
Possiamo pensare invece alla realtà? Ovvero che siamo a rischio di perdere una perla del nostro ambiente - per altro già tanto martoriato - che è l'arcipelago toscano? Che questa cittadina galleggiante - ora ormai morta - potrà essere difficilmente recuperata in ogni sua parte inquinante? Che non sono solo i carburanti ma le attrezzature gli arredi i componenti elettrici ed elettronici che finiranno in fondo al mare a macerare e che lasceremo in eredità alle generazioni future?.
E che dire che i sopravvissuti hanno "ben" 10 giorni di tempo per fare richiesta alla compagnia armatrice di rimborso per i danni subiti?. A questo non c'è commento - si spiega solo come una grande indifferenza e una grande mancanza di rispetto versi i propri simili.

domenica 15 gennaio 2012

Gentilissimo. Dr. Freud....... e poi, proprio lei Dr. Jung!!!

Gentilissimo Dr. Freud, da umile psicologo di provincia mi permetto di rivolgere a lei, vate della psicoanalisi, un sentito ringraziamento per come ho trascorso la mia domenica.
Già...senza le sue parole non me la sarei goduta così.
Devo confessarle Dr. Freud che da qualche tempo dormo meno, o meglio, mi sveglio prima la mattina, e la cosa che mi colpisce è che i vecchi lo dicevano e quindi io potevo già saperlo, ma come lei ci ha insegnato con belle parole i giovani se ne fregano degli insegnamenti dei vecchi fino a quando non tocca a loro.
Il fatto é che come lei ci ha acclarato con il concetto di Thanatos, il mito greco che impersonifica la morte, la notte é un pò una morte e quindi io quando mi sveglio prima mi alzo per sfuggire al mito.
E dal momento che devo dare spazio all'Eros per contrastare il Thanatos, questa mattina alle 7 sono uscito di casa, ho comprato i giornali e sono andato al bar a cazzeggiare con due amici dando spazio al "bambino libero" che alberga nelle parti basse della psiche come appunto lei ci ha detto.
Però, in tutte le cose ci può essere un però, a quel punto mi sono fatto catturare dall'Edipo, il famoso concetto che lei brillantemente ci ha illustrato e che così facilmente incontriamo e al quale diamo volentieri spazio.
Vuol sapere come ho fatto alle 7 di mattina??? ho comprato la brioche per mia figlia, quella integrale al miele che le piace molto e l'ho anche portata a casa sua, così impara che il suo papi é ancora un pò edipico anche se lei ha sposato quel tale che certo non le porta la brioche la mattina.
Il suo papi sì che le porta la brioche.
Poi però mi sono anche ricordato che l'adulto, destreggiandosi tra la parte superegioca e l'es, deve pur tenere comportamenti appunto adulti, e in questo ci stà anche il fatto che sono sposato.
Vorrà lasciare anche a me un pizzico di narcisismo??
E, caro Dr. Freud non mi venga a parlare di sesso, so bene che in un saggio del 1910 lei ci ha detto che alcuni uomini compiono una divisione della loro vita sessuale provando per la loro moglie un sentimento di rispetto e tenerezza che non sfocia però nella passione sessuale.
Tuttavia Dr. Feud le ricordo che ormai mi avvicino a 38 anni di matrimonio, e se la mattina alle 7 avessi delle richieste verso la moglie forse mi morderebbe un orecchio, quindi una brioche anche a lei, sempre integrale al miele.
Un pò di confusione?? avrei dovuto diversificare o rendermi conto della commistione moglie figlia con conseguente paura della castrazione o del fantasma dell'incesto? e tutto per una brioche?? ma a lei piace quella.
In fondo si fa bella figura con poco, vebbé il sesso, ma ormai alla mia età..con calma.
Ma lei alle mia età esercitava ancora la passione??.
Oggi pomeriggio poi mi sono beato di una fase regressiva con il mio figliolo edipico, ovvero mio nipote.
Siamo andati al cinema a vedere "il figlio di Babbo Natale" e mi sono pure divertito.
Questa sera un buon libro, un affettuoso bacetto alla moglie e via...domani é lunedì.
Capisco...me ne sono fregato di interrogarmi sulla quantità di nozioni che ho gestito così in modo naif, però le sono grato Dr. Freud, senza il suo insegnamento mi sarebbe sembrata una domenica normale.

Quanto a lei Dr. jung.....lei sa che cerco di utilizzare le categorie del suo pensiero, però, a proposito di film, lei sa che le hanno già dedicato ben due film sulla sua storia con la Spilrein???
Un uomo come lei!!! e poi ci ha anche tratto il concetto di "anima" ma noi poveri psicologi di provincia non possiamo neppure permetterci una Spilrein d'occasione pena l'espulsione dall'ordine e una figuraccia tremenda con i colleghi
Poteva almeno non tenere la teorizzazione solo per lei, lasciarci un pò di mano libera!!

venerdì 13 gennaio 2012

QUANDO C'ERANO I COMUNISTI

A fianco del bar, vicino alla fermata degli autobus c'é ancora una bacheca ove si affigge L'Unità, si proprio il giornale, quello che una volta era orgogliosamente l'organo del PCI, e tutti i giorni un signore va ad affiggere.
Serio, scrupoloso, con tutte le puntine da disegno, sceglie le pagine più importanti.
Mi ha fatto un pò tenerezza e mi ha ricordato di quando c'erano i comunisti.

Quando c'erano i comunisti nel mio quartiere, nel raggio di un chilometro, si trovavano tre "sezioni", e allora si parlava di "sezioni" con ancora più convinzione di quanto si nominasse la parrocchia del bambin Gesù, piuttosto che quella del Redentore.
C'era "La Gramsci", "La Rinascita" ecc.
C'era il controllo del territorio, ma oggi al loro posto si vede lo studio di un medico, una casa privata a seguito di ristrutturazione, un negozio di toelettatura cani.

Quando c'erano i comunisti tutto era più chiaro, c'erano i buoni e i cattivi, e non c'erano dubbi

Quando c'erano i comunisti nei paesi c'era il bar del prete e il bar del partito, e dire "il partito" si era detto tutto.

Quando c'erano i comunisti, la domenica passavano a vendere l'Unità casa per casa, e c'era chi aspettava con la moneta pronta e chi aspettava per il gusto di rifiutare il giornale.

Quando c'erano i comunisti, il giorno delle elezioni, il rappresentante di partito stava sulla porta, annotava tutti i votanti, poi a fine giornata spulciava gli iscritti e i simpatizzanti e telefonavano a casa a chi non era andato a votare.

Quando c'erano i comunisti i bravi cattolici, il giorno delle elezioni andavano a prendere le vecchiette a casa perché "votassero bene"

Quando c'erano i comunisti gli ex capi partigiani sfilavano tutti gli anni con le bandiere di combattimento tra due ali di folla, ma al pomeriggio andavano a chiacchierare col parroco e si rispettavano

Quando c'erano i comunisti i carabinieri li schedavano ma il maresciallo parlava amabilmente con il capo cellula che sapeva di essere schedato

Quando c'erano i comunisti, preparando il festival dell'Unità, le donne e i ragazzi andavano lungo i fossi a catturare le rane per farle fritte, e nei balconi delle case popolari si vedevano i secchi con le rane che gracidavano in attesa di servire la causa.

Quando c'erano i comunisti io e mia moglie andammo in Russia, che era poi l'Unione Sovietica, e mia moglie soffrì di mal d'aria all'andata.
Al ritorno, dopo sette giorni, in un diverso aereoporto, prima di partire, fu avvicinata da una gentile hostess che chiamandola per nome le offrì le pastiglia contro il mal d'aria.

I comunisti sì che erano efficienti

Quando c'erano i comunisti mio padre, che non lo era certo, passava con me in bicicletta fuori dal festival dell'Unità, mai dentro, e invariabilmente diceva "vedi quante macchine?, meglio così, con la pancia piena non si fanno rivoluzioni.

Magari aveva anche ragione

Ve la ricordate?? http://www.youtube.com/watch?v=zXKRA3HDsrw

UN SALUTO DALLA CIVETTA

Fra un ghiacciolo di brina e l'altro, ascoltando il rumore delle onde contro gli scogli oppure aspettando che il sole sorga dietro il Cimoncino... in realtà approfitto del caffè al bar di prima mattina del "titolare" del blog, per dare la buona giornata a tutti Voi che avete commentato in modo così piacevole e gratificante il mio Icaro. A pensarci bene è stato - Icaro - un avventuroso o un ingenuo? Va bene che nella vita bisogna anche saper rischiare..... ma non esageriamo!
A breve - credo che cederò alla tentazione di farmi aprire un blog.
Buona giornataaaaaaaaaaaaaa (vuole essere un eco lungo la valle del Pelago)

sabato 7 gennaio 2012

NOVELLO ICARO

NOVITA' - quella brava donna che mi sopporta da molti anni ha deciso di pubblicare un racconto di quando ogni tanto mi accompagnava in Calabria.
Dopo avermi visto picchiare tanto sulla tastiera un tributo lo dovevo,......fate voi.


“Sensazioni ed Emozioni”
Ovvero
Volando, come novello Icaro, sul volo AP2981 da
Lamezia T. A Bologna

Sabato 18 del mese di …. Ore 12,45. Fatto il controllo, o chek in, come si dice adesso, consegnate le valige, passata sotto la gogna elettronica che ti legge e svela i più reconditi segreti custoditi nel bagaglio a mano, mi sistemo con il giornale che faccio finta di leggere, in una poltrona della sala d’attesa davanti all’uscita…..l’unica che c’è essendo Lamezia un piccolo aeroporto, cerco di darmi un contegno di viaggiatrice vissuta, consapevole che ormai giunta lì non posso più tornare indietro, il tasso di adrenalina ha cominciato a salire lento e insesorabile. Attendo paziente, il giornale davanti a me,pensando alla nuova avventura che mi aspetta, una voce, quella di mio marito che mi consiglia di girare il giornale, l’avevo a rovescio!
Una nuova avventura dunque di circa un’ora e mezza su di un “aeromobile” come vengono chiamati adesso gli aeroplani di vecchia conoscenza, o meglio “in zema ad un aeroplan” come avrebbe detto mia nonna Sofia, che degli aerei aveva solo nefasti ricordi bellici.
Sistemato dunque il quotidiano per il suo giusto verso, sfoglio lentamente le pagine, i soliti articoli politica, tempo, economia… che noia, ancora avanti, ed io curiosa delle notizie citate nei trafiletti, ne scorro alcune, “Cane che azzanna il padrone” “Rapina all’ufficio postale di Roccacannuccia” “Cento paia di scarpe sequestrate” e quella notizia che mai avrei voluto leggere.”Aereo di linea precipita in Campania con 80 passeggeri a bordo, tutti salvi”…. Meno male che qualche volta c’è anche il lieto fine. Si apre il cancello d’imbarco e una hostess sorridente ci invita a salire sull’aereomobile appena arrivato da Bologna, sarà lo stesso che ripartirà fra un’ora circa, confido allora nei tecnici che facciano seri controlli, nei benzinai che facciano il pieno (lassù non esistono distributori di benzina), nel comandante che sia ben sveglio.
Mi sistemo, mi allaccio la cintura e aspetto paziente, in sottofondo il rumore dei motori già accesi, ben sistemata nel mio piccolo sedile, cerco di darmi l’input per una meditazione, schiena ben appoggiata, gambe senza tensioni, “si pregano i signori passeggeri….”le mani aperte ben appoggiate sulle coscie, il mento indietro, la nuca ben stirata, un tonfo mi fa capire che è stato chiuso il portellone, il respiro lento deve scorrere nel canale principale dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, sento però che trova degli ostacoli, insisto eccolo entra dal naso ed esce dalla bocca. “I signori passeggeri sono pregati di spegnere i cellulari” e chi pensa a telefonare in questo momento?

Attraverso gli occhi socchiusi scruto una hostess fare la dimostrazione delle misure di sicurezza da adottare in caso di emergenza, ma chi riesce a memorizzare?

Riprendo il mio respiro, l’aereo rulla in fondo alla pista, dall’oblò vedo scorrere l’asfalto grigio su cui sono dipinti strani segni colorati, ecco il momento è arrivato, i motori sono al massimo, nella mia testa rimbomba un rumore assordante che annulla qualsiasi capacità di pensiero, mi ci trovo immersa, il cuore batte un po’ più forte, ecco che l’aereo con un balzo repentino spicca il volo e la terra sotto di noi diventa piccola piccola, il grande bestione alato si libra nell’aria, su su, sempre più in alto.

L’atmosfera soporifera che si respira mi tiene in un sonno benefico e consolatorio, è inutile che continui a meditare sul senso della vita, mi abbandono e dormo cullata dal rumore dei motori che a fatica vengono sovrastati da suoni gracchianti che ora provengono dall’altoparlante, “signore e signori è il comandante che vi parla” TUFF (il mio cuore si fa sentire) “per darvi il benvenuto a bordo” Ah meno male! “vi informiamo che stiamo volando a novemila metri di quota” TUFF….TUFF… “a una velocità di crociera di novecento chilometri orari” tuff. tuff… tuff… “l’atterraggio è previsto a Bologna alle ore quindici”
Mi riprende una grande voglia di dormire, ma dopo poco “stiamo cominciando la discesa” dico a mio marito, che incredulo ribatte “già che lo sai, potresti chiedere di fare da secondo pilota”
In quel momento la solita voce gracchiante, questa volta dell’hostess che prega i signori passeggeri di “allacciare le cinture è iniziata la discesa”! La mia adrenalina un po’ assopita durante il volo ha avuto una nuova impennata così come il mio spirito. “il comandante prevede l’arrivo all’aereoporto Marconi fra circa dieci minuti”. Ecco ci siamo mi sistemo nuovamente sul sedile “seduta bene” come dice la mia insegnante di yoga, schiena ben appoggiata allo schienale, cervicali ben distese, respiro profondo, mani rilassate, possibilmente non contratte a stringere un rosario. Socchiudo l’occhio sinistro che è dalla parte dell’oblò e toh! chi vedo, un angelo seduto su di una spumeggiante nuvoletta a forma di cigno che mi osserva e mi sorride, faccio uno scatto in avanti spalancando anche l’altro occhio, due vedono meglio di uno, ma loro sono già scomparsi e un forte attacco di nausea mi fa ritornare nella posizione yoga, cinture allacciate e lascio il mio destino nelle mani del comandante.

Il rombo dei motori è sempre più assordante, mi sento schiacciata contro il seggiolino come se fossi una sogliola (la prima volta, nella mia vita, così magra) o meglio come una soppressata ferrarese. Sbircio, con gli occhi a fessura, fuori dall’oblò e chi si vede? Un contadino sul suo trattore che sta lavorando nei campi, ma non capisco bene: come mai i campi sono obliqui sopra la mia testa e non piani come tutta la campagna normale? Ah è vero sono su di un aeromobile e forse da queste macchine infernali il mondo si vede obliquo. Vorrei chiedere a mio marito se anche lui vede come vedo io, ma ecco la casa del contadino, la moglie sulla soglia che fa cenni di saluto verso il cielo saluta me o scaccia le mosche? Mah non lo saprò mai, improvvisamente il panorama ridiventa orizzontale compare un nastro di asfalto… oddio, siamo entrati in autostrada? Un forte sobbalzo mi fa perdere la concentrazione yoga, colpa delle ruote che hanno toccato la pista non l’autostrada, siamo atterrati, una grossa frenata e l’aereomobile si ferma seguito da un forte applauso liberatorio dei passeggeri, a dimostrazione che non sono la sola ad avere paura. Respiro profondamente, decontraggo le mani dai braccioli e mi preparo a scendere. Raggiunta la scaletta rivolgo un caloroso saluto al comandante, impeccabile nella sua divisa, e potrei quasi saltargli al collo per baciarlo, ma non vorrei essere fraintesa, forse non mi crederebbe se gli dicessi che non è un’avance ma solo un ringraziamento per lo scampato pericolo.
Ritrovo l’uso delle gambe e scendo la scaletta, arrivata all’ultimo gradino, lascio cadere il mio bagaglio a mano rischiando l’incolumità delle ceramiche in esso contenute e mi inginocchio a terra baciando quell’asfalto che di terra ha ben poco, ma è il gesto che conta e mentre fra me e me rispolvero una vecchia preghiera di ringraziamento mi giunge una voce da dietro: “sorbole ma chi la crad d’eser, al Pepa?” Ecco a chi ho rubato il gesto, al Papa anche se lui la terra la baciava con intenzioni di fratellanza e amicizia con i popoli, io l’ho baciata perché paura fa 90!
Salita sul bus, non capisco perché mio marito si sia allontanato da me, forse si vergogna di avere una moglie che imita il Papa? E come mai, mi domando, tutti mi guardano di sottecchi? Perché è così ridicolo che una persona baci la terra dopo un volo in aereo? Finchè una signora più gentile delle altre mi offre uno specchietto e un fazzoletto affinché mi pulisca il viso da quei baffetti neri che l’asfalto mi aveva lasciato sul viso!!!!....
Attraverso i finestrini del bus vedo il mondo circostante di nuovo nella sua rassicurante e tradizionale posizione e in fondo alla pista l’aereomobile (o “aeroplan” come diceva mia nonna) che ammicca come per invitarmi, Novello Icaro, ad un nuovo viaggio.

venerdì 6 gennaio 2012

INIZIO ANNO - Diamo uno sguardo all'oroscopo

Non é che ci credo, però il giornale locale mette paginate di oroscopo di inizio anno e dunque una lettura va fatta, non si sà mai.....

"un 2012 che parte in sordina ma si farà interessante regalandovi grandi prospettive"
(fin quì va bene, in effetti il 2012 é partito calmo, la gente che vedo, anche a causa delle vacanze scolastiche riprende dopo il 9, vorrà dire che poi riparte alla grande e magari mi daranno il Nobel della psicologia, in fondo potrei meritarlo!)

"ci sarà maggiore stabilità per le coppie 'inossidabili', il rapporto si consolida"
(mah!..più stabilità di così dopo 38 anni di matrimonio!, non vado neppure in bocciofila e non saprei che scusa inventare per una sera clandestina, poi alla mia età il solo mantenere le posizioni é già un successo, poi mettere a repentaglio la stabilità?? che fatica! no no calma, calma, vuoi mettere lo stress cardiaco? non ci penso neppure)

"a dire il vero a inizio anno avrete idee interessanti che avranno riscontri davvero positivi"
(arimah! per ora non mi pare di avere idee particolari, mi tocca impegnarmi, che cavolo posso pensare?? aiuto!)

"sarà soprattutto a fine anno che i pianeti in opposizione potrebbero rendervi imprudenti e svuotarvi velocemente il portafogli"
( anche su questo sono sempre stato prudente, vorrà dire che a fine anno starò sempre più lontano dai cavalli, dalle escort, dalla Borsa di Milano, non farò regali pazzi, ma che cavolo potrei mai correre il rischio di fare che non ho mai fatto???? )

"l'inverno vi aiuterà a migliorare ancor più l'intesa con il partner"
( non so se mi riguarda io non ho un partner, ho una moglie e a me sembra tutt'altra cosa, comunque in inverno si mette il piumone e si sta caldi rincantucciati uno all'altra, sarà questa l'intesa?? e se no? mica alluderà al sesso? calma calma, gli anni passano e si sentono)

"se cadete un un 'miraggio' niente paura, avrete dalla vostra possibilità di consolidare un incontro stabile, sereno, duraturo"
(in un miraggio?? io?? mi pare impossibile, io i miraggi non li cerco, difficilmente loro vengono a cercare me...non c'é trippa per gatti, però magari se un incontro sereno e duraturo vuol dire una nuova amicizia ben venga)

"prudenza per chi di voi ha storie clandestine, prestate molta attenzione, Plutone potrebbe decidere di mettere in piazza i fatti vostri"
(ma và...dopo 12 anni di consultorio, dove mi hanno raccontato di tutto, potrei scrivere un manualetto di sopravvivenza per clandestini beccati in flagrante in tutti i modi possibili, poi io storie clandestine non ne ho, anzi mi potrebbe venire un senso di depressione autosvalutativa....tutti ne hanno e io no?? sono proprio così brutto anatroccolo?? Per favore ragazze, almeno proponetemene una, io poi dico di no ma almeno non mi sento il figlio della schifosa!!)

"la primavera sarà generosa, da agosto andrà meglio, avrete fascino da vendere e le conquiste saranno a portata di mano"
( e quì casca l'asino, ovvero l'oroscopo, io in agosto passo tutto il mese a raccogliere pere da mio genero, e, o lavoro da solo, o sono in coppia con afgani, ivoriani, indiani, che non parlano, le uniche giovincelle, e neppure carine, stanno tutto il giorno con le cuffie a ascoltare musica!)

Oroscopo?? il giornale lo metto nel bidone del recupero carta e vado a farmi un mezzo toscano!

P.S.
per gli amanti del genere posso svelare: BILANCIA ascendente GEMELLI

martedì 3 gennaio 2012

POSSO AVERCELA CON L'IMPRINTING'????

Dal solito WIKIPEDIA così non esprimiamo lunghe disquisizioni

Imprinting è un termine inglese (prendere forma, e per estensione educazione, formazione originaria) che può avere diversi utilizzi:
Imprinting - in etologia e psicologia è la forma di apprendimento di base, che si verifica in un periodo della vita detto periodo critico quando si è predisposti biologicamente a quel tipo di apprendimento. I primi studi sull'imprinting vennero fatti da Konrad Lorenz su delle oche: egli studiò come esse subito dopo la nascita identificano la propria madre nel primo oggetto o persona in movimento che vedono.
Imprinting significa anche quando si predispone un'attrazione tra due esseri viventi.

A me Lorenz era simpatico, vederlo girare con le sue oche dietro convinte di seguire il padre, ma quando passo agli esseri umani mi é meno simpatico anche se in fondo é un mio fornitore.
Vero é che l'imprinting, quì inteso come "prima impressione" rappresenta anche una sorta di assicurazione sulla vita.
Se io nasco...scimmia, e vedo mia madre mangiare banane, io per non sapere nè leggere né scrivere, mangio banane nella certezza che non fanno male, sennò mia madre sarebbe morta, e nella altrettanto certa convinzione che sono buone, e così mi abituo a mangiare banane e basta.
Però ogni tanto vogliamo mettere in dubbio che siano buone solo le banane?? e che magari possiamo anche assaggiare una mela o un arancio??.

In certi momenti io l'imprinting lo odio, specie quando vedo una persona che si comporta come la mamma o come il babbo, e non vuole capire che se ciò dapprima gli ha salvato la vita, poi lo ha incatenato/a e lui/lei a sua volta condiziona altri che non lo hanno chiesto.
E poi li vedo difendere tenacemente l'imprinting....Maremma maiala!! dicono in Toscana.
E quì comincia una azione paziente, talvolta cauta....assaggi una fetta di mela, prenda uno spicchio di arancia...potrebbe assaggiare persino il limone che tiene lontano lo scorbuto.
" Sa gentile signore/a se lei naviga a lungo senza mangiare mai limoni poi rischia lo scorbuto!!"
" no guardi, le cose si fanno così, perché me lo ha insegnato la mia mamma, ed é logico farle così, così sì che vengono bene"

"guardi che i piatti si possono anche lavare tra mezz'ora!"
"no, mi lasci fare, così dopo é tutto in ordine e nell'ordine si stà meglio"

Oddio !!!!! Ordine!! ordine!!!


COME AVRETE NOTATO ANCHE GLI PSICO TALVOLTA DELIRANO

domenica 1 gennaio 2012

ENTUSIASMANTE SERATA DI FINE ANNO

Ore 20 e 30 cena prevista dai genitori della moglie, questa volta niente amici, niente baldorie speciali (peraltro mai fatte) ma a cena con quelle due brave persone, ancora in gamba sulla vicinanza dei 90 anni.
Se diventeremo vecchi potremo forse sperare in una certa benevolenza a nostra volta???
L'accordo era che dopo cena saremmo andati in Piazza Grande a vedere la festa che il comune ha organizzato.
Beninteso alla festa saremmo andati noi, non loro, che stanno bene in poltrona e magari a letto come al solito.
Ore 22 cena ampiamente finita, "sobria" come si dice oggi, molto semplice.
Per concedermi qualcosa da fine anno avevo comprato i "pas putanein" che sono poi i "pesci puttanini" quelli che si chiamano così perché legati all'esca attirano i pesci un pò coglioni più grossi.
Marinati si lasciano mangiare interi accompagnandoli con del buon bianco.
Dunque alle 22 in Piazza accompagnati dai nostri amici D e V coniugi di lungo corso.
Sono vecchi amici, gente semplice, sincera, onesta, gente della quale puoi fidarti ciecamente, e V aveva preso con sé una bottiglia di spumante da stappare a mezzanotte in piazza.
Non ci credevamo molto, ma V che oramai ha 7o anni, deve pur lasciare spazio al bimbo.
Arrivati in Piazza Grande, grandissimo palco, gruppetti rock a tutto volume, non tanta gente, rumore esagerato, coppie di genitori con bambini in passeggino al freddo con musica a palla.
Bene, gli otorino e gli psicologi avranno da lavorare ancora in futuro.
22 e 30 ma a noi chi ce lo fa fare di stare quì al freddo in questo rumore folle???
Quindi, come prevedibile, strada di casa.
Ore 23 briscola tra noi due uomini a disquisire di donne, di amori e di sesso, da veri uomini, le donne sul divano a sonnecchiare.
Gli argomenti in questione sono stati trattati in pura lingua dialettale ed esaminati alla luce di vasta esperienza ed aneddottica senza tenere in alcun conto il Dr. Freud
Ore 24 stappata la bottiglia, bacio e visione dello spettacolo dei fuochi sparati senza risparmio dalle vicine case popolari- durata circa 20 minuti - costo stimato lo stipendio mensile di un operaio residente nelle suddette case popolari.
ore 0,20 botti verso la fine, la D sospira "da domani, anzi da oggi, crescono le bollette del gas e la benzina"

"almeno al posto loro avessero aumentato i preservativi che tanto non ci servono più" sospira V.

Un saggio il mio amico V

BUON ANNO A TUTTI



P.S. delle ore 8.30 EFFETTUATO GIRO ESPLORATIVO IN CITTA'
Buon anno a quelli che all'alba devono portare a pisciare i cani che se ne fregano dell'ultimo dell'anno
Buon anno all'autista del bus che passa vuoto
Buon anno all'autista del camion che vuota i cassonetti
Buon anno a quel personaggio che ha sparato botti a ripetizione lasciando i vuoti in mezzo al crocicchio
Buon anno a quello che beveva una birra all'alba nel bar dei cinesi che comunque aprono all'alba....se mai hanno chiuso
Buon anno a quello che aspettava il bus seduto al gelo della panchina
Buon anno al negretto che pedalava come un forsennato per non so quale destinazione
Buon anno a quei due coniugi che passeggiavano lungo la ciclabile chiacchierando
Buon anno al mio barista che ha aperto alle 6,30 come al solito
Buon anno alla signora che, sola al bar, leggeva con convinzione il giornale del giorno avanti
Buon anno a quelli che presto dovranno staccare gli orrendi babbi natale che si arrampicano sui balconi

BUON ANNO A VOI BLOGGER POLTRONI CHE STATE A LETTO INVECE DI LEGGERE GLI ULTIMI POST, NONCURANTI DELLA FERITA NARCISISTICA CHE PROCURATE A QUELLI COME ME CHE SCRIVONO beh.....pazienza, siete poi brava gente ugualmente